Bonus Mutui e Affitti tra i Fringe Benefit: le novità della Legge di Bilancio 2024
La Legge di Bilancio 2024, recentemente entrata in vigore, ha introdotto una serie di novità significative riguardanti i fringe benefit, con particolare rilevanza per il settore immobiliare. Le modifiche apportate riguardano l'innalzamento delle franchigie detassabili per i dipendenti, l'espansione dell'elenco dei beni e dei servizi rimborsabili e l'introduzione di specifiche disposizioni relative ai mutui e agli affitti. Queste misure mirano a fornire un sostegno economico ai lavoratori dipendenti e a incentivare l'accesso alla casa e alla proprietà immobiliare.
Fringe Benefit, di cosa si tratta e cosa è cambiato
I fringe benefit sono spese corrisposte non in denaro che il datore di lavoro può riconoscere ai propri dipendenti come parte del welfare aziendale. Nel rispetto di determinati limiti individuati dalla normativa, i fringe benefit non concorrono a formare il reddito del lavoratore dipendente. Gli importi in busta paga entro il tetto massimo stabilito non sono “tassati”. Lo strumento, quindi, da un lato avvantaggia il lavoratore dipendente, il quale riceverà l’intero importo previsto. Ci sono tuttavia vantaggi anche per il datore di lavoro: le somme sono, infatti, interamente deducibili.La Legge di Bilancio 2024 ha ridefinito le soglie degli importi esentasse: inizialmente fissati su importi modesti, poco superiori ai 200 euro all'anno, la recente Manovra approvata dal Parlamento ha aumentato la soglia per tutti i dipendenti a 1.000 euro. Allo stesso tempo, ha modificato la soglia per coloro che hanno figli fiscalmente a carico a 2.000 euro per i dipendenti con reddito fino a 2840,51 euro e 24 anni di età e a 4.000 euro per i dipendenti con reddito fino a 2840,51 euro e oltre 24 anni di età.
Affitti e mutui: dubbi, voci di spesa ammissibili e tempi di erogazione
Con l'articolo 1 della legge 213, comma 17, introdotto dalla recente legislazione, due nuove tipologie di spese rientrano tra i fringe benefit: l'affitto della propria abitazione e gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Per l'anno 2024, il datore di lavoro può erogare somme esentasse per le utenze domestiche, l'affitto per l'abitazione principale e gli interessi del mutuo per l'acquisto della prima casa, sempre rimanendo nei limiti di €2.000 per i lavoratori con figli a carico e €1.000 per coloro senza figli a carico. È importante notare che fino al 2022 il datore di lavoro poteva erogare all'interno del limite di €258,23 solo il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati.
Procedure per i Fringe Benefit: modalità e scadenze
La procedura per richiedere e erogare i fringe benefit, conforme alla Legge di Bilancio, non richiede una specifica forma di dichiarazione. L'accordo può avvenire tra datore di lavoro e dipendente. Tuttavia, il dipendente deve fornire una dichiarazione che attesti il suo diritto all'agevolazione, includendo il codice fiscale del figlio o dei figli a carico e confermando di possedere la documentazione comprovante il pagamento delle spese per utenze domestiche, affitto o interessi del mutuo per la prima casa. Per la conservazione, è essenziale mantenere la documentazione, anche in formato digitale, per eventuali verifiche da parte degli organi competenti. Questa documentazione deve comprendere fatture, contratti di locazione e altri documenti che attestino le spese e il loro pagamento effettivo.
In alternativa, è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attestando il possesso della documentazione richiesta. La dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà deve includere informazioni dettagliate sulle fatture, compreso numero, data, importo e modalità di pagamento. Inoltre, il dipendente deve rendere una dichiarazione che attesti che le stesse fatture non sono state richieste per il rimborso presso altri datori di lavoro, al fine di evitare il doppio rimborso delle spese. Per quanto riguarda le tempistiche, i pagamenti o i rimborsi devono essere effettuati entro il 12 gennaio 2025 per essere considerati esenti da tasse e contributi e deducibili dal reddito di impresa. Ogni pagamento oltre questa data sarà considerato relativo all'anno d'imposta 2025, con il limite esentasse che tornerà all'importo originario di €258,23, a meno di proroghe.