Il settore immobiliare in Italia è in costante crescita e le previsioni per il 2024, particolarmente in merito al mercato residenziale, rasentano numeri da record.
Questo è ciò che si evidenzia dal rapporto Nomisma relativamente alle previsioni dei suoi consulenti, forti della speranza che esse non restino solo pronostici ma si realizzino concretamente, data l'importanza del comparto immobiliare e il suo peso nell'economia del paese, già duramente provata dall'inevitabile paralisi scaturita dai due anni di pandemia.
Nell'analisi condotta dai consulenti di Nomisma in merito alle transazioni che interesseranno il mercato immobiliare, con particolare riferimento a quello residenziale, giocano un ruolo significativo le consistenti somme che verrebbero rese disponibili dal PNNR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ecco le novità più importanti e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
Un interessante trend in crescita che si è palesato nel 2021 riguarda l'acquisto della prima casa; più di tre milioni di famiglie cercano casa da acquistare, ma va sottolineato che, tra queste, molte sono già proprietarie di un immobile. Il senso di questa transazione (vendere per acquistare) sta nell'aver scoperto, a causa dei lunghi lockdowns di questi ultimi due anni, tutti i limiti delle proprie abitazioni.
Ecco che la ricerca di spazi diversi, -probabilmente è lecito suppore più ampi- induce i compratori a dettare criteri differenti per l'acquisto della nuova unità immobiliare.
Il Decreto Sostegni Bis ha la sua parte in questa decisione, al punto che, da alcuni studi specifici, si evince che nella fascia 18-34 anni c'è finalmente una voglia di maggiore stabilità e di fiducia nel futuro tale da investire nel mattone; si tratta di quella parte di popolazione che ha sempre privilegiato le convivenze tra sodali e gli affitti come indice di una situazione abitativa improntata alla transitorietà, vuoi affettiva, vuoi lavorativa. Inoltre, l'accesso al credito incoraggia all' acquisto; tassi ancora piuttosto bassi hanno reso possibile almeno il 52% delle transazioni immobiliari avvenute nel 2021. L'Italia, da sempre amante del mattone, sembra confermare questa tendenza anche nel 2022: chi acquista lo fa per uso abitativo, chi investe, infatti, rappresenta solo il 10% delle compravendite.
Suburbanizzazione: non chiamatele periferie!
Spinti anche dalla decisione di trovare nuovi spazi, magari immersi nel verde senza essere troppo lontani dai grandi centri abitativi e adeguatamente serviti dai mezzi pubblici e dalle relative, necessarie infrastrutture, i compratori rivolgono la loro attenzione alle periferie dove sperano di trovare una diversa qualità della vita.
Questo aumento della domanda ha fatto crescere non tanto l'offerta, quanto i prezzi al mq delle unità abitative, e bisogna anche sottolineare che tale aumento è giustificato dal fatto che l'edilizia residenziale, durante la pandemia, ha subito una significativa battuta d'arresto e che per la ripartenza, immediata e a pieno regime, dei cantieri occorrerà attendere ancora in virtù dello shortage delle materie prime.
Questo dato gioca certamente a favore del venditore che, in linea di massima, potrà contare su una variazione media dei prezzi pari all' 1,6%. Sensibili variazioni di questo dato si verificheranno da città a città; mentre Milano registra un incremento del 4% e Roma si conferma stabile in alcune zone della città mentre in altre il prezzo al mq subisce delle flessioni, Palermo, invece, segna una perdita del -1,2%.
Questo sembrerebbe suffragare l'ipotesi di Banca d'Italia che, nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria del paese, fornisce rassicurazioni in merito al rischio di una bolla immobiliare.
Questo è ciò che si evidenzia dal rapporto Nomisma relativamente alle previsioni dei suoi consulenti, forti della speranza che esse non restino solo pronostici ma si realizzino concretamente, data l'importanza del comparto immobiliare e il suo peso nell'economia del paese, già duramente provata dall'inevitabile paralisi scaturita dai due anni di pandemia.
Nell'analisi condotta dai consulenti di Nomisma in merito alle transazioni che interesseranno il mercato immobiliare, con particolare riferimento a quello residenziale, giocano un ruolo significativo le consistenti somme che verrebbero rese disponibili dal PNNR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ecco le novità più importanti e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
Un interessante trend in crescita che si è palesato nel 2021 riguarda l'acquisto della prima casa; più di tre milioni di famiglie cercano casa da acquistare, ma va sottolineato che, tra queste, molte sono già proprietarie di un immobile. Il senso di questa transazione (vendere per acquistare) sta nell'aver scoperto, a causa dei lunghi lockdowns di questi ultimi due anni, tutti i limiti delle proprie abitazioni.
Ecco che la ricerca di spazi diversi, -probabilmente è lecito suppore più ampi- induce i compratori a dettare criteri differenti per l'acquisto della nuova unità immobiliare.
Il Decreto Sostegni Bis ha la sua parte in questa decisione, al punto che, da alcuni studi specifici, si evince che nella fascia 18-34 anni c'è finalmente una voglia di maggiore stabilità e di fiducia nel futuro tale da investire nel mattone; si tratta di quella parte di popolazione che ha sempre privilegiato le convivenze tra sodali e gli affitti come indice di una situazione abitativa improntata alla transitorietà, vuoi affettiva, vuoi lavorativa. Inoltre, l'accesso al credito incoraggia all' acquisto; tassi ancora piuttosto bassi hanno reso possibile almeno il 52% delle transazioni immobiliari avvenute nel 2021. L'Italia, da sempre amante del mattone, sembra confermare questa tendenza anche nel 2022: chi acquista lo fa per uso abitativo, chi investe, infatti, rappresenta solo il 10% delle compravendite.
Suburbanizzazione: non chiamatele periferie!
Spinti anche dalla decisione di trovare nuovi spazi, magari immersi nel verde senza essere troppo lontani dai grandi centri abitativi e adeguatamente serviti dai mezzi pubblici e dalle relative, necessarie infrastrutture, i compratori rivolgono la loro attenzione alle periferie dove sperano di trovare una diversa qualità della vita.
Questo aumento della domanda ha fatto crescere non tanto l'offerta, quanto i prezzi al mq delle unità abitative, e bisogna anche sottolineare che tale aumento è giustificato dal fatto che l'edilizia residenziale, durante la pandemia, ha subito una significativa battuta d'arresto e che per la ripartenza, immediata e a pieno regime, dei cantieri occorrerà attendere ancora in virtù dello shortage delle materie prime.
Questo dato gioca certamente a favore del venditore che, in linea di massima, potrà contare su una variazione media dei prezzi pari all' 1,6%. Sensibili variazioni di questo dato si verificheranno da città a città; mentre Milano registra un incremento del 4% e Roma si conferma stabile in alcune zone della città mentre in altre il prezzo al mq subisce delle flessioni, Palermo, invece, segna una perdita del -1,2%.
Questo sembrerebbe suffragare l'ipotesi di Banca d'Italia che, nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria del paese, fornisce rassicurazioni in merito al rischio di una bolla immobiliare.
